Il Territorio

Olbia, la città

Tra i principali porti italiani, sbarco naturale per la Sardegna occidentale, Olbia è molto più del suo porto e del suo aeroporto. Città dalle mille anime, radicata al suo passato ma con uno sguardo verso il futuro.
Conosciuta per il suo mare cristallino e le sue spiagge bianche, è ricca di insediamenti turistici, tra i quali primeggiano Portisco ma soprattutto Porto Rotondo. Olbia, però, vanta anche numerosi monumenti e reperti archeologici, testimonianza della sua ricca storia e dei tanti influssi che ha subito. Il periodo più florido è stato quando la città era capitale del Giudicato di Gallura. Ma la sua storia inizia molto prima.
Le prime testimonianze della presenza dell'uomo in questa zona risalgono al Neolitico medio e sono costituite da frammenti di ceramica e da una statua della Dea Madre. Nell'Età del Bronzo si diffonde anche qui la civiltà nuragica, di cui si hanno numerosi esempi: nuraghi monotorre (il Riu Mulino a Cabu Abbas o quello di Putzolu), pozzi sacri (Sa Testa) e sepolture megalitiche (tomba di giganti di Su Monte 'e s'Abe).
Pur essendo stata la zona già frequentata da Greci e Fenici, il primo insediamento abitativo si deve ai Punici. Un grande sviluppo Olbia lo ha in epoca romana, quando conta oltre 5mila abitanti ed è un importante centro commerciale e una importante base navale militare. Di tale periodo rimangono i reperti dell'Acquedotto in località Tilibbas; i resti della villa rurale di s'Imbalconadu; il parco di villa Tamponi; il Foro vicino al Municipio; i resti dell'acquedotto vicino al vecchio ospedale.
Caduto l'Impero Romano d'Occidente per Olbia inizia un lungo periodo di decadenza. Alla fine del VI secolo la città compare con il nome di Phausiana (tornerà a chiamarsi Olbia soltanto nel 1939). Quando gli arabi si preparano alla conquista della Sardegna (VIII-XII secolo), questa si separa dall'impero bizantino e si divide in quattro Giudicati (Cagliari, Torres, Arborea e Gallura). Civita (il nuovo nome di Phausiana) è il centro del potere religioso e civile della Gallura: vengono realizzate la cinta di mura e la cattedrale di San Simplicio. Alla fine del XIII secolo la Gallura passa sotto il controllo di Pisa, viene costruita una nuova città più vicina al porto (Terranova) e Civita viene gradualmente abbandonata.
Nel 1323 la Sardegna è conquistata dagli Aragonesi e, a causa dei traffici marini che si spostano verso la Spagna e alla malaria, la città di Terranova decade. Bisogna aspettare l'Ottocento e i Savoia perché Terranova torni a ripopolarsi grazie alla riqualificazione del porto, all'arrivo della ferrovia e alla rinascita economica e commerciale della zona. A questo periodo risalgono la Villa Tamponi, dalle forme neoclassiche, e il Municipio, dalle forme liberty e neogotiche.
Bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, nella seconda metà del Novecento Olbia cresce economicamente sotto la spinta della scoperta della costa nord orientale della Sardegna in termini turistici.

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