Arte, cultura e tradizioni

San Simplicio, il santo di Olbia

san simplicio, santo patrono di olbia, è per la città sarda una vera istituzione. Martirizzato nel 304 da diocleziano, in suo onore si tiene una festa il 15 maggio di ogni anno

Ad Olbia la devozione per San Simplicio è tanto radicata nei fedeli da rappresentare un elemento di identità culturale. Della sua vita si sa soltanto che nacque nel III secolo dopo Cristo e che fu vescovo di Olbia in un’epoca in cui essere cristiano rappresentava di per sé un reato punibile con la morte. L’imperatore Diocleziano, insofferente al diffondersi della nuova religione, decise di usare il pugno duro e nel 304 mise a morte Simplicio facendolo trafiggere da una lancia.

Secondo la tradizione una parte del suo corpo è stata gettata in mare nei pressi dell’isola di Tavolara e per questo, da quel momento, le acque ribollono incessantemente. Dopo la morte il suo culto si diffuse velocemente: fu scelto come santo protettore dall’intera Gallura e tante città, tra cui Guspini, Sassari e Narcao, gli hanno intitolato chiese. Nel 1940 resti umani attribuiti a Simplicio furono rinvenuti nella chiesa di San Paolo di Olbia e, da lì, traslati nella cattedrale a lui dedicata.

La festa in onore di San Simplicio viene celebrata ogni 15 maggio almeno a partire dall’inizio dell’Ottocento. Organizzatori dei festeggiamenti si riunirono in un’associazione detta "gremio”, più tardi trasformatasi nella "Società San Simplicio”. La festa comprende alcuni canti devozionali detti gosos, la novena e la diana. Vi sono poi il rito delle bandiere ex-voto, la processione, gli allegri fuochi d’artificio, la sagra delle cozze e il Palio della Stella. 

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