Arte, cultura e tradizioni

La basilica di San Simplicio

La basilica di San Simplicio è una delle testimonianze più importanti del primo cristianesimo in Sardegna, in particolare è il più antico monumento religioso della Sardegna nord-orientale. È dedicata al primo vescovo di Olbia, Simplicio, che fu martirizzato sotto l'imperatore Diocleziano ed oggi è patrono della città di Olbia e della diocesi di Tempio-Ampurias. Nel 1993 la chiesa è stata insignita da Giovanni Paolo II del titolo di pontificia basilica minore.
A volere la costruzione della chiesa di San Simplicio con la funzione di cattedrale della diocesi di Civita (il nome medioevale di Olbia) furono, tra la fine del XI secolo e gli inizi del XII secolo, i Giudici di Gallura. Accanto all'edificio religioso sorgevano probabilmente la cancelleria giudicale, il palazzo vescovile ed altri edifici. Fece, pertanto, da cornice ai più importanti avvenimenti del Giudicato di Gallura.
La chiesa con molta probabilità sorge su di un luogo di culto paleocristiano, che sarebbe stato eretto tra il 594 e il 611, a sua volta edificato sul luogo di sepoltura dei martiri di Olbia. La presenza dell'area sepolcrale è stata rinvenuta nel 1614 in una cripta collocata sotto l'attuale altare maggiore. Qui sono stati ritrovati i resti dei corpi dei Santi Simplicio, Rosula, Diocleziano e Fiorenzio. Successivamente sono stati recuperati anche le reliquie di Santa Aurelia Fiorenzia (morta durante le persecuzioni vandaliche nel V secolo) e di San Vittore (vescovo di Fausania-Olbia ai tempi di papa Gregorio Magno).
La chiesa, a tre navate, è di stile romanico con influenza toscana e lombarda ed è l'unico edificio religioso monumentale della zona. Fu realizzata in tre diverse fasi, con diverse maestranze e modifiche al progetto iniziale, che hanno dato vita a un edificio incompleto rispetto alle intenzioni originarie. Alla prima fase, corrispondente alla seconda metà dell'XI secolo, risalgono le mura, l'abside, i pilastri, le colonne e le navate. Ai primi decenni del XII secolo (seconda fase), invece, risalgono la copertura delle navate e l'aggiunta in altezza dei muri perimetrali. Alla metà del XII secolo (terza fase) la copertura e la facciata. Degni di attenzione i capitelli, esempio di pregevole scultura romanica, e gli affreschi della seconda metà del XII secolo, di cui rimangono solo tre pannelli, che manifestano un influsso bizantino.

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